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E’ difficile rivisitare un mito specie se tanto conosciuto, ma Ivano Mingotti con una prosa molto particolare è riuscito nell’impresa. Ed eccoci così trasportati a Creta regno di Re Minosse e patria del Minotauro, nella mente della principessa Arianna che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Scopriamo un Arianna che mal accetta il suo ruolo, l’essere continuamente sorvegliata e spiata dalla servitù per ordine del padre, rifiuta di vivere nella reggia ma abita un palazzo vicino al porto, dove ogni tanto riesce a fuggire all’occhio vigile dei suoi protettori e a mescolarsi fra la gente comune. Ed è proprio durante una di queste fughe che tra i prigionieri sbarcati da una nave vede Teseo, ed è subito per Arianna una passione senza uguali, un ossessione che non abbandona mai i suoi pensieri, e pur non amando tornare nel palazzo reale decide di chiedere al re suo padre, Teseo come schiavo e potete ben immaginare come possa venire accolta questa richiesta. Il rapporto con suo padre è complesso, da una parte lo ama, ma teme anche la sua crudeltà, quella che ha scoperto da bambina quando nascondendosi nel cupo labirinto situato sotto Cnosso ha visto per la prima volta suo fratello, il Minotauro celato alla vista di chiunque per la sua deformità. Infatti l’autore non ci parla di una regina che giace con un toro dando origine al mostro della leggenda, ma di una regina che tradisce il marito con il proprio fratello, e da questo incesto nasce un essere deforme destinato da Minosse a vivere nell’oscurità, in solitudine e probabilmente anche ad essere incolpato di delitti che non ha mai commesso. Ho provato pietà per questo personaggio, che appare fugacemente nei ricordi di Arianna e nel finale, mentre devo dire che ho trovato Arianna quasi odiosa, pur capendo il suo desiderio di essere libera ho mal tollerato il suo modo arrogante di trattare le persone di considerarle meno che niente e il suo amore quasi ossessivo l’ho trovato malato. Forse davvero è innamorata di questo ragazzo, ma non per questo è disposta a sacrificarsi per lui nemmeno, quando più volte avvertita sa che se andrà ancora una volta a vederlo lui rischia la morte, certo si dispera ma non riesce a resistere e Teseo viene imprigionato. Per questo il finale spiazzante e unico che l’autore ha dato al suo libro mi è sembrato estremamente giusto, la giusta punizione per una donna arrogante che pur professando un amore immenso non è stata capace di lasciarlo andare sapendo di condannarlo. Bello, scritto benissimo e intenso per leggere qualcosa di originale. Voto 4 1/2
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