Pillole di Tess

Il mio racconto della presentazione di "Il silenzio del ghiaccio" di Tess Gerritsen

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  1. PollyM
     
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    Ieri, a Milano, ho avuto la possibilità di assistere alla presentazione di Il silenzio del ghiaccio di Tess Gerritsen, ultimo romanzo della serie Rizzoli & Isles pubblicato in Italia.

    Ho letto i primi quattro libri della serie – il che significa che me ne mancano altrettanti – e ho trovato una scrittrice di grande talento, una giallista solida che si muove perfettamente a suo agio nel genere ma soprattutto un’autrice che muove i suoi personaggi con sensibilità tale da farne i motori della storia. Il che non è comune, ed è forse ancora più raro tra i thrilleristi, dove il “plot” richiede massima cura e attenzione, a talvolta rischia di prevaricare il resto.

    Incontrare Tess ieri, sentirla parlare e rispondere alle domande sempre argute di Luca Crovi mi ha confermato l’idea che ciò che scrivi è ciò che sei. La Gerritsen, ex-medico, è donna colta, intelligente ma modesta, profondamente umana al punto da commuoversi - in modo appena percettibile ma chiaro – nel menzionare un’analogia tra uno spunto alla base della trama del suo ultimo romanzo e i suoi figli.

    Impossibile riprodurre qui un’ora di chiacchierata. Ma a beneficio dei suoi fan su questo forum, riprenderò alcuni punti che mi hanno particolarmente… incantato :)


    “Jane survived even me, she wouldn’t let me kill her”.

    Tess ha rivelato che, inizialmente, era previsto che Jane Rizzoli, la poliziotta diventata una delle due protagoniste dei suoi romanzi, morisse nel confronto finale con “il chirurgo” nel romanzo omonimo. Eppure, era un personaggio così ostinato, così vivo e vivido che è sopravvissuta – persino alla sua autrice.
    Quando parlava del silenzio che le è necessario quando scrive per “sentire” i suoi personaggi, del suo scrivere alcuni brani quasi sotto dettatura, del suo aver vissuto – lei e il marito - in casa per un anno con un killer seriale (Warren Hoyt, appunto, ovvero “il chirurgo”), descriveva quella situazione in cui tu, autore, assisti a una scena che si svolge davanti ai tuoi occhi, e davvero non devi fare altro che trascriverla, e le dita volano sulla tastiera nel tentativo di stare dietro a ciò di cui sei testimone silenzioso.


    “I wish I were funny, but I’ not. I just don’t have that part of my brain”.

    “Vorrei essere divertente, ma non lo sono. E’ una parte di cervello che non ho”. Questa la sua risposta alla domanda di Luca Crovi sull’assenza dell’ironia nei suoi romanzi, ironia che invece è molto presente nella serie TV che ne è stata tratta e alla quale la Gerritsen stessa ha attribuito la ragione del suo successo. Capite perché sopra ho scritto “modesta”?


    “The investigators’ and the readers’ imagination provide more details than I ever would”.

    Questo il suo commento al perché decide di non descrivere la violenza, nei suoi romanzi. Preferisce arrivare sulla scena del delitto con i suoi investigatori che cercano di capire che cosa sia successo. Ed è questo appunto il momento in cui “l’immaginazione degli investigatori e dei lettori forniscono più dettagli di quelli che io fornirei mai”.


    “I ask myself what’s the most surprising thing that can happen? And I make that happen”.

    Quando Crovi le ha chiesto se lei come autrice sia una pianificatrice, una di quelle che tesse in modo quasi scientifico tutta la trama prima di scrivere, o una “alla Stephen King”, che compone la storia mentre scrive, Tess non ha esitato a scegliere la seconda. Ha raccontato di come, a volte, l’idea di partenza per il romanzo le venga da fatti realmente accaduti, come la donna trovata morta nella vasca da bagno, portata all’obitorio, che si è poi risvegliata dopo due ore nella cella frigorifera, punto di partenza di Sparizione. Da lì, si chiede quale sia la cosa più sorprendente che possa accadere, e la fa accadere.


    Una narratrice di grande istinto, una persona intelligente e gradevolissima, che, a dispetto della sua ammissione di non essere “divertente”, ha riso e sorriso alle domande che le venivano fatte.

    Come lettrice, Tess Gerritsen è un “fun ride”, un eccitante giro di ottovolante, ogni volta che si apre un suo romanzo. Come autrice, è una penna da ammirare, e basta.


    Monica Lombardi - 20 maggio 2011
     
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  2. hope2
     
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    Gradevolissimo racconto e ovviamente trovo che i grandi scrittori siano anche persone grandi e molto molto piccole allo stesso tempo...
     
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  3. Michela1978
     
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    Davvero un bel racconto e dev'essere stato emozionante incontrarla!!!!
     
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  4. PollyM
     
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    Michi, è stato strano, mi sembrava quasi di conoscerla già perché lei è... come scrive! Intelligente, tosta, diretta. In più, molto sorridente e alla mano :)

    Se non riesci a far leggere l'articolo sopra a Susy, dimmelo e ve lo stampo e porto mercoledì. E se riesco a essere meno di corsa di ieri, quando passo, ne chiacchieriamo un po', parlando mi verranno in mente altre cose :D
     
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  5. Michela1978
     
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    Ieri tra una cosa e l'altra non sono riuscita a far leggere l'articolo a Susy, spero di ricordarmi martedì!
    Purtroppo mercoledì non sarò in biblioteca a Cornaredo perchè sono a San Pietro. :p4.gif:
     
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  6. ivanalessia
     
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    Bell'articolo Monica, meno male che l'autrice non ha ucciso Jane Rizzoli :-)
    più sono grandi e più sono umili, mi piace

     
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  7. PollyM
     
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    CITAZIONE (ivanalessia @ 2/9/2011, 14:53) 
    Bell'articolo Monica, meno male che l'autrice non ha ucciso Jane Rizzoli :-)

    Davvero! :lol:
    CITAZIONE
    più sono grandi e più sono umili, mi piace

    Ti quoto in pieno. Chi è grande non ha bisogno di vendere fumo, e in più si rende conto con intelligenza della strada fatta, e di quella ancora da fare :)

     
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  8. MIPIACELEGGERE
     
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    letti tutti
     
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7 replies since 20/5/2011, 08:31   78 views
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