Sam Bolton

Protagonista di Three doors - La vita secondo Sam Bolton

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  1. PollyM
     
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    Titolo: Sam Bolton
    Autore: Monica Lombardi
    Editore: Emma Books
    Collana: Romance Classico
    Anno:Luglio 2013
    Prezzo:

    Sam Bolton ha tutto nella vita. È affascinante, ha successo, possiede una villa a Hollywood ed è circondato da una compagnia di amici eccentrici, attori come lui. A ben pensarci, però, a Sam qualcosa manca. Ed è l’amore, quello vero, profondo, che sconvolge e non lascia via di scampo.
    Poi un giorno, durante una passeggiata sulla spiaggia di Venice, Luna, la sua Labrador, viene travolta da un piccolo Yorkshire attaccabrighe. E Luna non sarà la sola a essere… travolta. Sam dovrà infatti scendere a patti con i sentimenti che da subito scatena in lui la padrona del piccolo Wilde. Con quei suoi occhi grandi e i lunghi capelli dello stesso colore, Kerry, così lontana dal suo mondo patinato, potrebbe conquistargli il cuore e cambiargli per sempre la vita.


    Nuova versione del romanzo già uscito in formato cartaceo nel 2009 e non più reperibile!!!


    Edited by PollyM - 5/7/2013, 12:30
     
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  2. bigfe78
     
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    ok aspetto con ansia così decido se leggerlo oppure no (ma già mi stuzzica!!!!)
     
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  3. PollyM
     
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    Sam e Sandra

    All’inizio del romanzo, la suoneria di Sam è “You give love a bad name” di Bon Jovi. In onore della sua ex convivente, ora moglie di un regista sulla cresta dell’onda, Sandra De Vans.


    Sandra De Vans era una persona che giocava sempre in base alle regole. Quelle dell’apparenza, almeno. Perché in realtà, di trucchetti e scorciatoie ne usava eccome, come aveva tristemente e dolorosamente scoperto.
    “Peter non è tornato a casa a dormire, queste due notti. E non si è nemmeno degnato di avvisarmi”.
    Sam faticò a impedire alla sua mascella inferiore di cadere verso il basso. Il suo primo pensiero fu E io che cazzo c’entro? ma si trattenne.
    Dopo aver ingurgitato nervosamente un paio di sorsi, la donna tirò fuori un pacchetto di Marlboro rosse.
    “Vuoi?”
    Fece segno di no con la testa.
    “Non fumo più quelle”.
    Lei ne tirò fuori una per sé.
    “Ti scoccia se…”
    Di nuovo, un segno di diniego. L’SMS, la visita improvvisata, la cena rimasta appena iniziata in cucina, l’intrusione indesiderata di quei ricordi, e ora la Marlboro fumata sotto al suo naso. Sam cominciò davvero a innervosirsi.
    “Credo che sia il suo modo per farmi capire che tipo di matrimonio ha in mente” spiegò la sua ospite, tirando fuori l’accendino dalla borsa.
    “Un matrimonio in cui ognuno si fa i cazzi suoi. Dovrebbe andarti a meraviglia”.
    Lei gli passò il sarcasmo, limitandosi a gettargli un’occhiata che sembrava riuscire solo a dire ti prego, non infierire anche tu da sopra la sigaretta che si stava accendendo.
    Tirò una prima, breve boccata.
    “Ho scoperto solo per caso, dal suo manager, che sarà fuori città due mesi per girare un film. E questo nello stesso periodo in cui io sarò in promozione con il mio”.
    Sam si appoggiò al mobile bar alle sue spalle, un bicchiere pieno per un terzo di liquido dorato in mano, come a cercare di mettere quanto più spazio possibile tra loro.
    “Ho capito. Volevi la vetrina, e non l’hai avuta. Sinceramente, Sandra, sono un paio le cose che mi vengono in mente da dirti, ma penso che non ti piacerebbe affatto sentirle”.
    Lei soffiò di nuovo fuori il fumo, prima di rispondere, fissandolo.
    “Non credere che io sia così insensibile da non rendermi conto che non sarei dovuta venire qui, da te. Ma il fatto è…” Abbassò lo sguardo sulla sigaretta accesa, tra le sue dita sottili, fissandosi le unghie laccate dello stesso rosso della maglietta. Poi lo risollevò su di lui. “Il fatto è che, quando eravamo insieme, tu eri il mio migliore amico. E ancora adesso non c’è nessun altro a cui mi viene in mente di andare a raccontare tutto questo”.
    Sam si portò per la prima volta il bicchiere alle labbra.
    “Forse perché tutti gli altri tuoi amici andrebbero a spifferarlo al primo giornalista disponibile?”
    La mano con la sigaretta si mosse verso di lui, spandendo il suo fumo tentatore nella sua direzione.
    “Mi stai massacrando, e non è da te. Me lo merito davvero, Sam? Solo gli altri hanno diritto alla tua comprensione?”
    La stanchezza parve sparire, da quegli occhi, che presero a scavargli dentro senza il minimo ritegno. Riuscivano ancora a smuoverlo, doveva ammetterlo. Nonostante tutto ciò che quella donna gli aveva fatto, l’aver conosciuto quell’unica parte di lei degna di essere amata riusciva ancora a scalfire la scorza che aveva faticosamente eretto in quei mesi. Sandra sapeva come prenderlo. Conosceva le sue difese, e i loro punti deboli.



    Sam e Kim

    Sam riceve una telefonata da Kim Mulhoney, sua carissima amica e personaggio che personalmente adoro :innamorato: . Questo è l’inizio della scena in cui arriva a casa sua…

    Gli buttò le braccia al collo appena gli aprì la porta della strepitosa villa che era appartenuta a suo zio prima di lei. Morto suicida, lo zio. Non nella villa, si affrettava sempre a spiegare Kim agli ospiti.
    Kim Mulhoney, che Sam chiamava Honey, o Kimmy, a seconda dell’occasione, era quella che si definisce figlia d’arte, di terza generazione, a essere precisi. Aveva iniziato a recitare molto giovane, e a 27 anni, dieci esatti meno di lui, era già stra-ricca – di suo, oltre alle fortune di famiglia – e stra-famosa.
    Ma non era stra-felice. Anzi, la maggior parte del tempo non raggiungeva neanche il grado positivo dell’aggettivo.
    “Sono così contenta che tu sia qui” gli confidò, inumidendogli la maglietta con le lacrime.
    Era questa l’unica felicità a cui Kim, cuore d’oro e istinto infallibile per trovare gli uomini più infimi che il mercato dei single – e non solo – offriva, poteva aspirare? Quella di avere una spalla su cui piangere?
    Mostrare la luce in fondo al tunnel a quella fragile creatura era una delle missioni che Sam si era prefisso. E intendeva raggiungerla prima dei quarant’anni. Senza l’ausilio di psicofarmaci.
    “Andiamo di là, così mi racconti tutto” si limitò a dirle.
    Le preparò un the mentre lei lo aggiornava sull’inaudito comportamento dell’ennesimo improbabile fidanzato con il quale aveva condiviso quelle ultime settimane, tra costosissime feste, gite a Las Vegas sul jet privato, una puntata alle Hawaii, e l’inevitabile tonfo finale. Kim era tremendamente insicura. Talmente insicura da pensare che l’unica cosa bella che poteva offrire a un uomo fossero il suo nome e i suoi soldi. Forse per questo sembrava attirare solo esseri inetti o disonesti, più spesso esemplari che potevano vantare entrambe le caratteristiche, che si facevano scarrozzare in giro per un po’ e poi la scaricavano senza neanche un grazie per l’ospitalità. O colleghi che se la scopavano per poi tornare dalla compagna ufficiale. Sembrava attirarla come una calamita, quel tipo di sfiga.
    Ma questa volta il tonfo assomigliava più a una sigaretta lasciata cadere accesa accanto a una latta di benzina in un magazzino di fuochi d’artificio.
    “Eroina? Hai detto eroina?” chiese Sam, strabuzzando gli occhi.
    “Eroina, sì. Almeno credo. Mica l’ho provata”.
    Kim era fragile e incapace di imparare dai propri errori, ma non stupida. Aveva una sua onestà e moralità, dono della madre, aveva sempre pensato Sam, l’unica nella sua famiglia che non appartenesse allo show business, il cui modello e i cui insegnamenti l’avevano finora salvata dallo sprofondare del tutto nel baratro.
    “Dunque ti rubava soldi per comprare eroina da un pusher che si è anche fatto nella tua vasca idromassaggio?”
    Lei annuì, sconsolata.
    “Cazzo Kimmy! Ma dove li peschi, questi tizi?”
    “Questo faceva lo stunt nell’ultimo film che ho prodotto”.
    Già, perché Kim Mulhoney era anche produttrice, oltre ad attrice, già da qualche anno. E se nella vita privata il suo fiuto la portava dritta dritta verso un fallimento dietro l’altro, sul lavoro era tutta un’altra storia. Sam faticava a collegare la Kim che conosceva ora alla prima immagine che si era fatto di lei, quando lo aveva voluto accanto come comprimario nel primo film da lei prodotto. Una professionista capace e determinata. Una giovane con due palle così, aveva pensato tra sé. Palle che, evidentemente, dimenticava puntualmente sul set.
    “Ascolta, la tua vita sentimentale ti appartiene, e sai che mi permetto di darti consigli solo quando me li chiedi…”
    “Ora potrebbe essere una di quelle occasioni…”
    “…ma la prossima volta che vedi polverina bianca e pusher in giro, chiamami prima di arrivare alla stazione di polizia”.
    “L’ho fatto, vedi? Li ho cacciati di casa a calci in culo, mi sono attaccata al bar, e quando mi sono resa conto che non sapevo più che cosa stavo bevendo, ti ho chiamato”.
    “Ora come stai?”
    “Credo di essere sbronza. A parte questo, mi sento una pezza calpestata da uno schiacciasassi, brutta, grassa…”
    “Non sei grassa, Kimmy”.
    Kim aveva la tendenza a mettere su chili, una maledizione, nel loro settore, ed era perennemente a dieta.
    “Lo credi veramente?”
    “Sicuro. Hai delle curve strepitose. Manda affanculo chiunque ti faccia credere il contrario”.
    “Sei dolce, Sammy”. Erano entrambi seduti sul divano di pelle chiara, la tazza di the ancora mezza piena abbandonata sul tavolino di cristallo davanti a loro, e lei gli si stropicciò contro. “Te l’ho mai detto che sei l’amico più dolce che ho?”
    Poi si mise in ginocchio sui cuscini in modo da fronteggiarlo.
    “Dimmi la verità. Sono brutta?”
    “A parte il mascara che ti è colato fin sul mento, vuoi dire?”
    Lei si passò il dorso di una mano sulle guance, ridendo in modo lievemente isterico e guardando il nero che testimoniava che stava dicendo il vero.
    “Sei un fiore, Kimmy, e lo sai”.
    “Il fiore va a lavarsi la faccia.
     
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  4. bigfe78
     
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    devo farti i complimenti tesoro scrivi davvero bene la lettura va liscia come l'olio
     
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  5. PollyM
     
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    CITAZIONE (clementinekate @ 18/11/2011, 22:45) 
    Lo inizio!

    Ne sono felice! :che visione:

    Trovi altri commenti anche qui, nella scheda nella sezione Romance (lo so, avevo iniziato a mettere tutto in questa sezione dell'editore, poi abbiamo pensato che fosse più facile trovare le schede ognuna nel suo "genere" :arrossisco: )
     
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    Grazie, allora lo commenterò lì!
     
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  10. PollyM
     
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