L'ultimo Orco

Silvana De Mari

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    Titolo: L'ultimo orco
    Autore: Silvana De Mari
    Data di pubblicazione: settembre 2005
    Prezzo: € 18,60
    Editore: Salani
    Pagine: 717

    Anche in questo libro incontriamo Yorsh, l'ultimo elfo, oramai adulto. Ma ilvero protagonista di questo libro è Rankstrail, soldato di ventura checombatte una guerra contro gli orchi. Mentre Yorsh è un eroe per destino, perRankstrail è diverso: non è un predestinato, deve trovare la sua viaattraverso le scelte, anche sbagliando. E sarà l'amore ad aiutarlo a prenderele decisioni giuste. Lo schema classico prevede che l'eroe liberi la fanciulladall'orco. Ma chi è veramente l'orco: chi è nato orco, o chi ha scelto diesserlo? Silvana De Mari mette il tema del libero arbitrio al centro di questoracconto pieno di avventura, di battaglie fantastiche, ma anche di tenerezza.

    Questo libro è stata una rivelazione. Un autentico capolavoro. Non credo sia necessario aggiungere altro. Per questo lascio tre estratti del libro. Bastano a qualificare da soli un romanzo indimenticabile.


    Gli orchi sono figli non amati, odiati, vengono messi al mondo solo per diventare guerrieri ed essere usati come clave o sassi contro un mondo detestato. Nel mondo degli orchi una madre è solo il mezzo usato da un guerriero per fabbricare un altro guerriero o meglio più di uno. Non esiste tenerezza. Non esiste pietà. Non sanno pensare perché il pensiero nasce solo in chi ha fede nella vita e chi non è stato amato non ne ha.

    Gli uomini hanno dovuto imparare il coraggio. Non la temerarietà suicida e sanguinaria degli orchi ma il coraggio vero, quello di rialzarsi in piedi: qualsiasi cosa sia successa o succederà, in qualche maniera, ci si alza e si tenta di nuovo. L’unica strada che avrò il Popolo degli Uomini è piegare la materia mediante la comprensione. Forse prima o poi anche gli uomini potranno accendere un fuoco con un gesto, annullare il dolore o fabbricare ali che li sostengano come un uccello un drago. Il dono che gli Uomini hanno avuto è il coraggio di non mollare mai e ritentare sempre da capo una volta ancora.

    Noi siamo noi. Siamo le scelte che facciamo, non il sangue che abbiamo. Ognuno di noi dovrà tracciarsi il proprio sentiero in mezzo ai rovi, senza sapere mai con certezza assoluta dove sia il Bene cercandolo di volta in volta, a volte sbagliando e ricominciando poi tutto da capo. Ognuno di noi dovrà districarsi tra onore e disonore: le vie che conducono verso la luce saranno disperse in mezzo alla polvere e al fango, dove a volte bisognerà strisciare per poi ritrovare la strada, Dovremo imparare tutti a rialzarci dopo le cadute, perché gli eroi che non cadono mai sino persi l’uno dopo l’altro nei regni della morte e siamo rimasti solo noi. Alla fine di ogni tramonto faremo il conto tra il coraggio e la vigliaccheria e se l’onore avrà prevalso sul disonore sapremo che sarà stata una buona giornata.
    Forse l’anima di un uomo ha sempre una piccola parte che rimane integra, qualsiasi cosa quest’uomo faccia, ed è questa parte incorrotta, che scorre nelle vene dei suoi figli. Anche se è atroce la vergogna per le azioni di chi ci ha generato, abbiamo il diritto di non vergognarci di noi stessi, che ne siamo i figli.

    Edited by bigfe78 - 2/8/2011, 16:40
     
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