L'Incubo

per tutti * urban fantasy, paranormal

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  1. Michela1978
     
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    Sono proprio curiosa di sapere come procede!!!!!
     
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  2. MissMeiko
     
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    Ma figurati, Bigfe, è un refuso. A meno che tu non abbia ripetuto l'errore più volte negli altri topic del forum, cosa che non penso. ;)

    Un'altra lettrice, che bello! Grazie, Michela! :)
     
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  3. La Vampira Ste
     
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    ...bè veramente lo avevo notato ma non volevo fare la saputella..... :ashamed0001.gif:
     
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  4. MissMeiko
     
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    Questo è l'ultimo capitolo che ho scritto (purtroppo, causa-tempo, per adesso sono ferma).
    Se a qualcuno interessa un'agevolazione nella lettura, nel blog http://tharaestrella.blogspot.com ho inserito lo sfoglialibro.
    Come volete voi, insomma!

    Capitolo 2 - OBLIO

    Thara spense l’asciugacapelli e uscì dal bagno.

    I due coniugi avevano terminato di fare colazione e, a quanto vide, avevano messo da parte per lei caffè con biscotti. Prese posto a tavola, ringraziandoli un’ennesima volta per l’ospitalità.

    Pur sentendosi addosso due paia di occhi, iniziò a servirsi. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma non sapeva cosa. Sperò che il rumoroso sgranocchiare delle gallette potesse essere in grado di coprire il silenzio. Non funzionò. Avrebbe dovuto masticare più forte?

    Quel mutismo fu ben presto rotto dall’uomo che le sedeva di fronte.

    «Come ti chiami?».

    «Thara. Mi chiamo Thara Estrella, signore» rispose prontamente.

    «Estrella? Non sei di queste parti?».

    «No, in effetti sono per metà spagnola. Vengo da Gualba, sono qui con l’Erasmus».

    «Sei qui con chi?».

    «Con l’Erasmus, Giorgio!» s’intromise la moglie. «È quel programma universitario, con quella borsa di studio. . . ti ricordi quando il nostro Paolo è andato in Inghilterra?».

    «Ah già, l’Inghilterra!».

    «Devi scusarlo, ma non è molto pratico di questa roba».

    «S’immagini!» abbozzò l’ombra di un sorriso.

    «Allora, Thara,» continuò la signora «cos’è successo? Hai forato nel bel mezzo della tempesta o cosa?».

    «Non lo so, signora» ribatté perplessa.

    «Ludovica. Chiamami Ludovica».

    «Va bene, Ludovica. Ecco, io non so spiegarlo, ma non ricordo quasi nulla di questa notte. Stavo dormendo nel mio letto e un attimo dopo mi sono ritrovata nei pressi della vostra casa. Mi sono come destata e ho iniziato pian piano a sentire freddo in tutto il corpo. Mi sono avvicinata e, giacché la porta dello scantinato era aperta, mi sono riparata. Ho curiosato tra i cassetti dell’armadietto, ho preso una delle coperte per coprirmi e ho atteso. Conosce il resto».

    «Puoi darmi del tu. In ogni caso, come mai eri senza vestiti?» le domandò preoccupata.

    «Non ne ho idea. Tutto quello che ricordo è ciò che ho detto».

    «Abiti in città?» chiese l’uomo, dopo un breve silenzio.

    «Sì, sto in via Otranto, nella palazzina arancione».

    «Vuoi farci credere che sei arrivata fin qui dal centro di Camarnoso a piedi, di notte, sotto quella pioggia torrenziale e per giunta svestita?».

    Detta così, come storia aveva ben poco di credibile. Lei stessa faticava a credere potesse essere possibile, eppure pareva che i fatti si fossero svolti proprio in quel modo.

    «Ma insomma, Giorgio, un po’ di tatto!» sbottò la donna. «Non lo vedi quant’è sconvolta?».

    «Cos’ho detto di male?».

    «Ascoltami, Thara,» si rivolse poi alla ragazza, fingendo di non averlo sentito «dobbiamo chiamarti qualcuno?».

    Fece cenno di no con la testa.

    «No?! Sei sicura?».

    «Va tutto bene, davvero» ma per quanto volesse risultare convincente, il suo tono era incerto. Sperò di non darlo a vedere.

    «Hai detto che abiti nella palazzina arancione. Non è per caso quella degli studenti?».

    «Sì, proprio quella» ammise.

    «Ma è dove sta anche Paolo!» esclamò in direzione del marito, il quale le restituì lo sguardo d’intesa. «Devi conoscere nostro nipote, allora».

    «Sono arrivata solo l’altro ieri, non ho ancora avuto modo di conoscere nessuno».

    «Intanto hai conosciuto noi!» l’affabile sorriso di Ludovica contagiò Thara.

    Dietro spinta della moglie, Giorgio si offrì volontario per riportare a casa la ragazza in auto. Giacché non parlarono per tutto il tragitto, Thara si concentrò sulla strada. Valutò una distanza di due chilometri abbondanti dalla palazzina dove abitava alla casa dei De Amicis, o almeno quello era il cognome che aveva letto sulla cassetta postale.

    Nel suo appartamento si sentì più tranquilla, come al sicuro. Una leggera sensazione che però svanì presto, quando – aprendo la porta della sua stanza – trovò pigiama e biancheria intima sparsi tra il letto e il parquet.
     
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  5. La Vampira Ste
     
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    E.......
    caspiterina mi incuriosisce parecchio.....
    missmeiko spero che tu possa riprendere la scrittura perchè mi hai lasciata con parechhie domandine!!!!! :yuppiiiiii:
     
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  6. MissMeiko
     
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    Spero tanto di poterla riprendere quanto prima anche io, uffa! :(

    Ste, son contenta di sapere che t'incuriosisce. :) Grazie, davvero!
     
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  7. La Vampira Ste
     
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    grazie a te!!! :imbarazzo:
     
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  8. MissMeiko
     
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    CITAZIONE (La Vampira Ste @ 7/6/2011, 09:43) 
    grazie a te!!! :imbarazzo:

    A me?!
     
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    si riesce a incuriosire parecchio, anche perché è ancora presto per farsi un idea del motivo per cui una ragazza si trova nuda in un altra parte della città da dove abita. Rapimento, sonnambulismo :perplesso: teletrasporto... ma! Continuerò a seguire
     
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  10. La Vampira Ste
     
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    Non abbiamo più avuto il seguito.....chissà 'sta povera creatura nuda..
     
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  11. MissMeiko
     
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    Grazie, Lucia, mi fa davvero tanto piacere! :)

    @Ste: verissimo! Ora che sono in piena vacanza credo di riuscire a trovare un po' di tempo per riprendere la storia. . . ^^
     
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  12. La Vampira Ste
     
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    Io preparo i pop-corn.. UvxqH
    e resto in attesa :e 1, e 2 e3 e 4:
     
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  13. MissMeiko
     
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    O___O ohoooo, Ste, spero ti piaccia il seguito, allora!
     
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  14. La Vampira Ste
     
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    Non vedo l'ora :32 denti:
     
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  15. MissMeiko
     
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    La prima parte di questo capitolo è stata modificata più avanti



    Dunque dunque, questo era il capitolo al quale stavo lavorando e che ho ripreso.
    Lo posto ugualmente ma con un'avvertenza: è probabile che riscriva tutto dall'inizio. O meglio: il carattere di Thara, secondo me, è tutto da rivedere. La vedo troppo statica e alla lunga potrebbe allentare la storia, annoiando il lettore. Idem per i dialoghi.
    Va be', io lo riporto, ditemi voi cosa ne pensate:

    Capitolo 3 - DUE NUOVI AMICI

    «Nonna, ma mi stai dicendo che non aveva proprio niente? Ma niente di niente?».

    «Sì, Paolo, ma non strillare. E mi raccomando la discrezione».

    «Va bene, ma cosa dovrei fare per l’esattezza?».

    Era forse la telefonata più strana che avesse mai ricevuto fino a quel giorno.

    Terminata la chiamata, il ragazzo di nome Paolo riattaccò basito. Le motivazioni erano chiare, eppure si sentiva un violatore della privacy.

    Sicuro in ogni caso di fare la cosa giusta, uscì dall’appartamento e bussò alla porta di fronte. Attese qualche minuto. Non ricevendo alcun riscontro, bussò una seconda volta.

    La porta si aprì timidamente, rivelando solo per metà chi si nascondeva dietro l’uscio.

    Il ragazzo si lasciò distrarre dal volto naturale della giovane donna dai capelli ramati, i cui occhi rilucevano di riflesso smeraldo.

    «Ti ho chiesto: “chi sei?”» si sentì domandare con enfasi.

    «Perdonami,» le rispose, riavendosi «oggi sono un po’ sovrappensiero».

    La fanciulla era ancora in attesa della sua risposta e avrebbe richiuso la porta, se non si fosse affrettato ad aggiungere:

    «Mi chiamo Paolo Altieri, sono il nipote di Ludovica e Giorgio, quei simpaticoni che hai conosciuto stamattina» le sorrise.

    Thara asserì, dandogli segno di comprendere:
    «Certo, i tuoi nonni mi hanno parlato di te. Io sono Thara».

    «E a me hanno parlato di te, Thara. A proposito, scusa la mia intrusione, ma nonna Ludovica mi ha pregato di chiederti come stai».

    «Cosa ti ha raccontato di me, esattamente?» nel chiederlo, lasciò trasparire un segno d’impazienza, come se temesse la risposta a quella domanda.

    «Oh be’, mi ha detto di come ti ha trovato nello scantinato questa mattina» le rispose, in evidente imbarazzo.

    Thara comprese. Non indagò oltre, in fondo la discrezione del ragazzo non le dispiaceva.

    «Capisco. Puoi dirle che sto bene e ringrazia di nuovo sia lei che tuo nonno da parte mia. Più tardi passo a portarti la tuta che mi ha prestato, in questo momento è in lavatrice» concluse d’un fiato.

    «Non preoccupartene. Ci mancherebbe!».

    «È qui di fronte che stai?» accennò alla porta spalancata dirimpetto a lei.

    «Sì. Come puoi vedere siamo vicini. Per qualsiasi cosa, non esitare a fare un salto, mi raccomando».

    «Vedo che hai già fatto amicizia con la nuova vicina!» qualcuno irruppe dalla scalinata. Qualcuno che stava risalendo il pianerottolo.

    «Thara, questo è Franco,» esclamò Paolo, senza nemmeno voltarsi «il mio coinquilino».

    Il nuovo arrivato si avvicinò ai due, prese la mano della ragazza tra le sue e la sfiorò con le labbra:
    «Lieto di fare la sua conoscenza, mademoiselle».

    Quell’eccesso di galanteria, così anacronistica, non risultò affatto ridicola al ragazzo. Era poco più alto dell’amico, con morbidi ricci castani che gli ricadevano sulle spalle larghe e, da dietro gli occhiali, si scorgevano due profondi occhi chiari.

    Ciò che però colpì Thara fu quel suo portamento quasi regale.

    «Piacere mio!» gli sussurrò in un filo di voce.

    Edited by MissMeiko - 29/7/2011, 19:45
     
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