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PollyM.
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A maggio esce in Italia il terzo libro della trilogia, Hunger Games. Il Canto della Rivolta
Intanto, in America il film (uscito il 12 marzo) è primo al box office. In Italia arriverà il 1 maggio - are you ready????
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Sto contando i giorni... . -
PollyM.
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Per il film, il libro o entrambi?
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I due libri usciti in Italia li ho letti, l'attesa è per il film!. -
PollyM.
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I due libri usciti in Italia li ho letti, l'attesa è per il film!
Manu, a maggio esce il terzo libro, Hunger Games. Il Canto della Rivolta
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A maggio??? Ma è sicuro?. -
PollyM.
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Allora, così da una lista che circolava stamani su FB. Ho fatto altre ricerche, WUZ, un altro blog di cui ora non ricordo il nome e unilibro lo danno in uscita a maggio (il 15, sembra), ma in giro ho trovato anche "settembre" e addirittura "febbraio 2013"!!!
Comunque, per ora la data che va per la maggiore (e di WUZ tutti dicono che è affidabile) è maggio
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Grazie, speriamo sia maggio!!! . -
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Inserita la scheda dell'ultimo libro . -
PollyM.
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Un bell'articolo della nostra Miriam!
http://miriamtocci.wordpress.com/2012/05/08/hunger-games/. -
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Mi lascia molto perplessa l'idea che questa trilogia sia destinato a un pubblico di adolescenti, perchè è in realtà una denuncia sociale e politica come ne ho lette poche in vita mia. Se nel primo e anche in parte del secondo è l'amicizia e la sopravvivenza possono essere in primo piano e nel terzo che la trilogia diventa veramente adulta. Forse non bello e pieno d'azione come i primi due ma nel terzo Katniss diventa un personaggio profondo e maturo. Spezzata nel corpo, fiaccata nello spirito, piena di rimorsi perchè sente tutto il peso di essere stata la fiamma che ha acceso la rivolta, si colpevolizza per ogni morto. Non può fidarsi neppure di quelli che l'hanno salvata, perché ognuno di loro ha uno scopo preciso in mente, vogliono che accetti in pieno il ruolo di Ghiandaia Imitatrice per espandere la rivolta e sconfiggere Capitol City. A colpi di trasmissioni televisive e azioni militari, Katniss riesce a unire i distretti, ma ha un nemico insidioso nel presidente del distretto 13 che l'ha salvata ma che ora sta considerando il fatto che è meglio un martire, piuttosto che un eroe che pensa con il suo cervello. Una stretta al cuore si prova, quando vinta l'ultima battaglia si ha una riunione a cui partecipano i vincitori superstiti degli Hunger Games, per prendere una decisione terribile e imprevedibile, e Katniss dice di sì. In quel momento ho avuto la sensazione che fossero riusciti a piegarla e che avesse dimenticato per che cosa avesse lottato e chi fosse lei. Ma l'ultimo colpo di scena è magistrale e inaspettato. E per quanto in definitiva finisca come molti si auspicano, in realtà il finale è triste e amaro. Katniss meritava molto di più. Ma è una trilogia che non dimenticherete tanto presto. . -
.Mi lascia molto perplessa l'idea che questa trilogia sia destinato a un pubblico di adolescenti, perchè è in realtà una denuncia sociale e politica come ne ho lette poche in vita mia.
Perfettamente d'accordo. E' davvero fuorviante vederlo, in libreria, nel settore dei libri per ragazzi.. -
PollyM.
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Mi lascia molto perplessa l'idea che questa trilogia sia destinato a un pubblico di adolescenti, perchè è in realtà una denuncia sociale e politica come ne ho lette poche in vita mia.
Perfettamente d'accordo. E' davvero fuorviante vederlo, in libreria, nel settore dei libri per ragazzi.
Non è il primo errore di questo tipo che vediamo qui in Italia, no? In termini di libri, so di avere notato una pessima scelta simile di recente, ma non ricordo più per cosa. In termini di telefilm mi viene in mente Buffy, che veniva trasmesso in Italia al pomeriggio e per questo tutto tagliuzzato...
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Letto Il canto della rivolta, il 3° libro: SPOILER (clicca per visualizzare)E' difficile scrivere un giudizio lucido su questo romanzo, che sancisce la fine di una saga che ho amato tanto.
Forse è un romanzo imperfetto, con i suoi difetti, lontano dalla potenza visiva del primo, ma ha toccato corde talmente diverse e profonde nel corso della narrazione, che non gli si può dare che il giudizio massimo.
A stento, per larghi tratti, si riconosce la Katniss combattiva che ha lottato nelle due edizioni degli Hunger Games. Lì era la pedina di Capitol City, qui è la pedina dei ribelli, del Distretto 13. A prova del fatto che quando c’è la guerra, le brutture e le violenze fisiche e psicologiche la fanno da padrone in entrambe gli schieramenti.
La Collins ci trasmette con intensità le difficoltà di Katniss nell'accettare il suo ruolo di Ghiandaia Imitatrice e i suoi sentimenti confusi sia per Peeta, tornato pieno di rabbia e deviato dalle torture, che per Gale, coinvolto ciecamente dalla lotta, tanto da perdere, alla fine, l'amicizia e la fiducia di Katniss.
E' dura mandar giù la perdita di tanti personaggi indimenticabili, come Boggs, Finnick e Prim, e mi sono ritrovata a provare la stessa angoscia e impotenza che prova Katniss.
Quello che fa più male è vedere come quelle bombe paracadute la abbiano allontanata definitivamente da Gale, anche se poi alla fine capiamo perfettamente perchè Katniss abbia scelto Peeta, ed è tutto spiegato nelle poche righe di pag.415.
Arrivare all'ultimo pagina di questo libro è stato uno strazio e una gioia allo stesso tempo: rimane un vuoto e una tristezza di fondo che lasciano con l’amaro in bocca, ma sento anche una sensazione di pienezza per aver letto una trilogia che è stata qualcosa di prezioso ed unico.. -
hope2.
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Hunger Games. Il canto della rivolta
Terzo e ultimo volume della trilogia firmata da Suzanne Collins. Un successo enorme in tutto il mondo, anche su grande schermo con il film diretto da Gary Ross.
Suzanne Collins con il romanzo Il canto della vittoria (Mockingjay, 2010) chiude la trilogia degli Hunger Games, una serie famosa in tutto il mondo, con milioni di lettori appassionati e da cui è stato tratto un film diretto da Gary Ross, che come incassi si è piazzato al primo posto fra i titoli usciti nel 2012. La trilogia si compone dei titoli Hunger Games; La ragazza di fuoco e Mockingjay.
La quarta di copertina. Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.
Recensione
E se nei primi due le atrocità insensate degli Hunger Games mi avevano raggelato, il terzo è ancora più crudo e le atmosfere diventano addirittura claustrofobiche ambientate per la maggior parte nei sotterranei del distretto 13. Su Katniss oltre alle memorie dei giochi, il dolore per la separazione da Peta e il peso della scelta. Essere la Ghiandaia Imitatrice non la renderà libera né le restituirà parte di un mondo che è bruciato insieme con il suo distretto. E' di nuovo una pedina. Nelle mani di qualcuno che sta cercando il potere per sé, attraverso la guerra contro Panem. E' soltanto un cambio di palcoscenico. Ma lei è ancora una volta nell'arena e deve continuare a combattere, e veder morire persone che ormai reputa amiche, nella speranza di riuscire a salvare non se stessa, perché addirittura nei suoi vaneggiamenti medita il suicidio, ma coloro che per lei contano davvero.
Forse questa Katniss si dimostra alla fine meno all’altezza del ruolo che le è stato imposto. Del resto la prima volta si è offerta volontaria per un caso sfortunato, nel tentativo di salvare la sorella. Ha vinto i giochi, inscenando una storia d’amore, esattamente come accade nei reality show. Ha ucciso quando doveva, nonostante avesse tentato la via della fuga dal gruppo per evitarlo, ma gli strateghi l’hanno infine costretta con i loro piani, a lanciare le sue frecce contro un essere umano per sopravvivere. Questo se non la discolpa, l’ha comunque marchiata per sempre come assassina e convivere con le immagini delle proprie vittime è nel terzo capitolo quasi impossibile.
Il soldato Everdeen è una reduce con le sue ferite, quelle del corpo, che possono guarire e rimanere visibili e quelle dell’anima, inguaribili e invisibili e che non l’abbandonano neppure nel sonno.
Katniss non riesce ad accettare il suo nuovo ruolo. Non riesce ad essere per gli altri nient’altro che un blando spot pubblicitario. Ed è pressoché animata da manie di vendetta più che da una sana sete di giustizia. Non vi è convinzione in nessuna delle sue azioni. Non conosce fino in fondo il vero significato della parola amore e per questo non sa scegliere chi e da chi farsi amare.
La definisce splendidamente nella sua durezza Gale, che pure l’ama, quando Peta gli domanda come farà Katniss a scegliere fra loro due, alla fine. “Oh, io lo so già… Tra noi due sceglierà quello che ritiene indispensabile alla sua sopravvivenza”.
Katniss Everdeen non è più la protagonista del primo Hunger Games, con i suoi gesti memorabili, né La ragazza di fuoco del secondo capitolo e nemmeno l’eroe tragico che avrei voluto per il finale di questa storia. Apatica e insensibile, penosamente incline a soddisfare le follie della sua mente anziché capace di adoperarsi per far brillare la scintilla della rivolta che inconsciamente ha acceso, si rivela alla fine per ciò che è.
Una ragazzina di diciassette anni.
Che è nata in un mondo che conosce la fame e cresce i suoi figli nella violenza, celebrandola in TV, regalando ai fan vittime ammazzate e giochi di sangue. E’ una ragazzina incapace di amare perché nessuno le ha insegnato a farlo. Incapace di provare ancora emozioni, perché le poche che ha mostrato sono state sfruttate prima da Capitol City e poi dai ribelli Non ha scelto di diventare un simbolo, né di essere un eroe per qualcuno. E’ una ragazzina che sopravvive con i propri fantasmi e il peso di troppe colpe e responsabilità per un cuore così giovane.
Il canto della rivolta segnerà forse la fine dei giochi, ma cementerà per sempre il loro ricordo nell'animo straziato di chi vi ha preso parte ed è sopravvissuto. I personaggi della Collins continuano a parlare anche quando si è conclusa l'ultima pagina. E forse è vero che l’autrice avrebbe potuto narrare diversamente questo terzo capitolo e lasciare così un messaggio molto più importante a coloro che hanno letto. Ma anche lei ha smesso di essere libera. Libera di dire ciò che voleva quando il suo libro si è trasformato in milioni di copie vendute, scrivendo ciò che doveva.
Edited by hope2 - 15/7/2012, 17:15.
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